Quando si parla di invecchiamento cutaneo, si distinguono due principali componenti: il cronoaging (invecchiamento cronologico) e il photoaging (invecchiamento fotoindotto).

Cronoaging (aging): l’invecchiamento cronologico

Si tratta dell’invecchiamento cutaneo determinato dell’inesorabile trascorrere del tempo, ma anche dai fattori genetici di un individuo. È considerato, pertanto, un fenomeno estremamente soggettivo.

Le manifestazioni più rappresentative dell’aging sono:

  • pelle assottigliata, rilassatezza e fini rugosità;
  • riduzione della capacità di riepitelizzazione delle ferite;
  • ridotta capacità di eliminare sostanze chimiche dal derma;
  • diminuzione della reattività vascolare e della capacita termoregolatrice dei tessuti;
  • riduzione della produzione di sebo, con relative conseguenze sulla barriera cutanea, e di sudore;
  • riduzione della capacità di sintesi della Vitamina D, con diminuzione della capacità di assorbimento di calcio;
  • rallentamento generale di tutte le funzioni e dei processi vitali con conseguente declino cellulare.

Photoaging: il fotoinvecchiamento

Si tratta di un invecchiamento cutaneo accelerato e riguarda generalmente le aree del corpo più esposte al sole e, più in generale, ai fattori ambientali – come ad esempio il viso, le mani e il décolleté. Tra gli altri fattori ambientali responsabili dell’invecchiamento cutaneo si distinguono sostanze nocive e irritanti come il fumo di sigaretta.

Tutti questi fattori inducono la formazione di radicali liberi e la riduzione di enzimi che hanno proprietà antiossidanti, con il conseguente ispessimento e perdita di elasticità della cute.

In generale il fotoinvecchiamento, o photoaging, provoca un invecchiamento accelerato che, rispetto all’invecchiamento cronologico, si esprime con delle manifestazioni cutanee più accentuate. Più gravi sono le possibili dilatazioni dei capillari a seguito dell’esposizione prolungata al sole e la formazione di tumori della pelle.

Le manifestazioni più rappresentative del photoaging sono:

  • cute molto più ruvida, giallastra, irregolarmente pigmentata, caratterizzata da secchezza, atrofia, teleangectasie;
  • capillari evidenti che si rompono facilmente;
  • stato di cronica infiammazione che negli stadi finali porta ad una “disintegrazione” della matrice di supporto;
  • epidermide ispessita.

Invecchiamento della pelle: come rimediare?

I dermatoscopi manuali di ultima generazione possono essere dotati anche di luce LED (come quelli Dermlite). I modelli più evoluti consentono un’illuminazione polarizzata e non polarizzata, due livelli di luminosità, un ampio campo visivo e due livelli di controllo della correzione del colore della pelle. A differenza dei dermatoscopi analogici tradizionali, che richiedono l’impiego di olio o gel, quelli con luce polarizzata non ne richiedono l’utilizzo perché il particolare filtraggio della luce è in grado di assolvere lo stesso compito dei fluidi di contatto.

I vantaggi della dermatoscopia o dermoscopia a secco con luce polarizzata incrociata effettuata con i dermatoscopi a led di ultima generazione sono:

  • nessuna alterazione della vascolarizzazione
  • rapidità dell’esame
  • massima igiene
  • ottima resa visiva

Aging e photoaging vanno trattati in maniera diversa e i trattamenti devono essere stabiliti soltanto dopo un attento esame della pelle da parte dello specialista.

I due processi possono, inoltre, essere contemporanei e i loro effetti risultano pertanto cumulativi. In tal caso è fondamentale fare un check-up della pelle valutare quali sono gli effetti prioritari e intervenire in maniera mirata.

Rallentare l’invecchiamento della pelle del viso è possibile. Per intervenire al più presto, consulta subito il dermatologo!

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